IL “PACCO” RCS-RECOLETOS - IL CDR DEL CORSERA PUBBLICA A PUNTATE (CON UN LIEVISSIMO RITARDO DI 6 ANNI) LA STORIA DELL’ACQUISIZIONE CHE HA DISFATTO RCS - NELLA PUNTATA ODIERNA, L’ATTRAZIONE FATALE DEL “RAGIONIERE” DI MONTEZEMOLO PERRICONE PER IL GRUPPO SPAGNOLO DI BOTIN CHE IL SUIO PREDECESSORE COLAO RIFIUTÒ E VENNE CACCIATO - IL CDR TIRA IN BALLO MONTEPREZZEMOLO (BOTIN SPONSOR FERRARI) - GROSSI GUAI SE NON SI VENDE LA SEDE DI VIA SOLFERINO…

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Il Comitato di redazione del «Corriere della Sera»

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Il Comitato di redazione, con l'aiuto dei giornalisti del Corriere della Sera, prosegue il racconto del caso Recoletos, cioè dell'acquisizione compiuta da Rcs nel 2007: causa fondamentale dell'indebitamento del gruppo, oggi pari a circa 880 milioni di euro. Ieri abbiamo visto come il gruppo Recoletos fosse stato acquistato in prima battuta dalla finanziaria Retos Cartera.

Dopo essere stata acquisita da Retos Cartera, la società Recoletos (editrice tra l'altro del quotidiano economico Expansion e del quotidiano sportivo Marca) venne tolta dal listino spagnolo (quindi diventò non più scalabile) e di fatto messa sul mercato, probabilmente destinata a un compratore già individuato. Il presidente di Recoletos, Jaime Castellanos, aveva anche una forte partecipazione in Retos Cartera, era presidente di Lazard Spagna e all'epoca era già cognato di Emilio Botin, presidente del Banco Santander.

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Botin, a sua volta, intratteneva ottimi rapporti con Luca Cordero di Montezemolo, in quel periodo presidente della Fiat e dunque secondo azionista del patto di sindacato che controlla il gruppo Rcs. Santander, sia detto per inciso, era presente su molti fronti italiani: sponsorizzava, per esempio la Ferrari, la casa di Maranello presieduta da Montezemolo. Santander, tra l'altro, aveva acquisito Antonveneta e poi l'aveva rivenduta al Monte dei Paschi di Siena, spuntando un'ingente plusvalenza.

EMILIO BOTIN E LUCA DI MONTEZEMOLOEMILIO BOTIN E LUCA DI MONTEZEMOLO

Nel primo passaggio di mano di Recoletos ebbe un ruolo anche la banca Banesto (azionista di Retos Cartera), presieduta da Ana Patricia Botin, figlia del presidente del Santander e nipote acquisita di Castellanos, nonché (fino all'aprile 2011) consigliere di Generali, azionista del patto Rcs.

Ufficialmente il dossier Recoletos arrivò nel 2006 sul tavolo del consiglio di amministrazione di Rcs. L'allora amministratore delegato Vittorio Colao giudicò l'operazione troppo rischiosa. Lasciò il suo posto nell'estate del 2006 e venne sostituito da Antonello Perricone, ex amministratore delegato de La Stampa (controllata dal gruppo Fiat). Da quel momento l'interesse di Rcs per Recoletos diventò altissimo.

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Perricone era appoggiato da alcuni azionisti del patto di sindacato; gli altri seguirono. Perricone era affiancato dal direttore di Rcs Quotidiani Giorgio Valerio, dal gennaio 2004 amministratore delegato di Unedisa, controllata spagnola di Rcs, cui fa capo il quotidiano El Mundo.

Rcs per l'operazione si avvalse di due advisor: Mediobanca, cioè il maggior azionista di Rcs, e la Banca Leonardo, guidata da Braggiotti, che nel 2004 era stato advisor dell'amico e collega Castellanos nell'operazione di acquisizione di Recoletos dal gruppo inglese Pearson.

JAIME CASTELLANOSJAIME CASTELLANOS

Nell'aprile 2007 Rcs completò l'acquisizione di Recoletos, attraverso la controllata Unedisa, e rese nota la somma della transazione: 1,1 miliardi di euro versati a Castellanos e soci, nonostante Recoletos avesse un fatturato 2006 pari a soli 304 milioni di euro.
Nel giugno 2008 la Consob intervenne per punire, con una sanzione da 200 mila euro, la mancata trasparenza dell'affare Recoletos. In particolare la Consob contestò ai manager di Rcs di aver "avuto contatti con la controparte". (La storia continua nel prossimo comunicato)

2 - LE CESSIONI IMMOBILIARI DIVIDONO I SOCI DI RCS
C.Fe. per il "Sole 24 Ore" - Il nodo da sciogliere resta quello della vendita dell'immobile storico, cioè il palazzo del Corriere della Sera in via Solferino a Milano. Su questo punto tra i soci del patto di Rcs non ci sarebbe perfetta unità di vedute, al punto che secondo quanto emerge da ambienti finanziari la dismissione sarebbe per ora congelata. Comunque, senza gli incassi dalle cessioni dei palazzi, la coperta rischia di essere corta.

Sede del Corriere della Sera in via SolferinoSede del Corriere della Sera in via Solferino

Lo sanno le banche che stanno negoziando il rifinanziamento del debito di Rcs (oggi a oltre 800 milioni). Potrebbe non bastare un aumento di capitale da 400 milioni, soluzione indicata per ora come la preferibile dai soci. Intanto venerdì si riunirà il Cda con l'aggiornamento sul debito e sulla vendita dei periodici (per i quali ci sarebbero 5 offerte), mentre il board decisivo con i conti e le indicazioni sull'aumento di capitale dovrebbe essere il 23 marzo.

 

 

 

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